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Parigi 2000 di Paola Bechis
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Eccomi, sdraiata per terra, con le cinque linee ( la colonna vertebrale, le braccia e le gambe) in contatto con il pavimento. Posso sentirne il loro appoggio, posso sentirne soprattutto la differenza nei vari luoghi del corpo, posso osservare il mio respiro, posso rinunciare alla verticalità e sentire che la gravità mi sostiene comunque. Comincio a sentire dai talloni alla testa il mio essere "sdraiata", porto la mia attenzione ai luoghi, la sposto, ci ritorno. E’ incredibile cosa scopro. Un lato è diverso dall’altro, la testa è come tirata da un lato, il bacino è sollevato e una gamba appoggia in modo totalmente diverso dall’altra. La voce dell’insegnante di origine rumena in un piccolo studio di Parigi, ci guida in esplorazioni chiare di come muovere parti e osservare cosa succede al resto, di come respirare, ci chiede di spostare continuamente l’attenzione verso parti che sono in relazione con il movimento che stiamo facendo. E’ sempre più incredibile cosa scopro. Tutto è collegato, tutto è in relazione, tutto è osservazione di ciò che è e, a quel punto qualcosa comincia a cambiare. La mia attenzione, la mia consapevolezza, il mio respiro, i miei pensieri. Scopro che se capisco cosa faccio sono in grado di spostare il mio limite oltre, perché so da dove parto. Dopo le lezioni Feldenkrais, quando comincio a risalire verso la verticalità scopro che i miei piedi sono a terra sicuri e la gravità sorge in me come un’evidenza, la terra il cielo, io in mezzo, una percezione in me completamente diversa si disegna nel mio essere. Rinasco. Posso cambiare modo di stare, di camminare. Una sorprendente leggerezza mentale e fisica mi rende presente. Sono in piedi. Sono diritta. Sono aperta al mondo. Perché semplicemente ci sono. Da qui è iniziato il mio percorso con le moltissime lezioni di Feldenkrais e in seguito con i quattro anni di formazione a Parigi, un meraviglioso viaggio, con trainer di diverse nazioni del mondo, in cui ho trovato molte donne in me, che come attrice ed insegnante continuano a vivere e a trasformarsi. "Tutto è sempre in movimento" ecco, credo che capire questo è accettare di vivere e per cui di cambiare. |
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